Il manuale professionale di cosmetologia.
ARCHEOLOGIA ESTETICA
Il manuale inaugura il viaggio del lettore alla scoperta della bellezza attraverso la ricerca del significato della cosmesi nella storia. Se pensiamo che l’uomo primitivo ha iniziato a rappresentare scene della vita quotidiana dipingendola sulle caverne con scopo propiziatorio (per la salute della tribù o la buona riuscita di una battuta di caccia), possiamo valutare quanto fosse importante questa fase di migrazione del grafismo dalla “roccia” alla propria pelle. L’Antico Egitto è un’ottima quanto ampia porta d’entrata in questo mondo, poiché l’atto di decorazione del corpo in quel preciso luogo e in quella precisa fase storica aveva a che fare con la ritualità. I primi cosmetologi furono i sacerdoti incaricati delle funzioni del tempio, i quali erano anche depositari assoluti delle nozioni erboristiche che permettevano la creazione di cosmetici. A quel tempo il cosmetico aveva una funzione spesso preventiva e curativa, poiché sacro e profano si mescolavano: la purificazione era necessaria per svolgere un rituale, ma anche per tenere a bada le epidemie; l’abbellimento era una chiave importante per distinguere le persone che ricoprivano ruoli di potere dal popolo comune. Il libro indaga il rapporto fra società, filosofia e bellezza: i canoni cambiano con il tempo, con la musica e addirittura con il gusto. La prima parte del libro è dedicata, appunto, all’archeologia estetica e a tutto ciò che è stato in grado di attraversare il tempo per arrivare fino a noi, offrendoci testimonianze importanti.
ANTROPOLOGIA ESTETICA
La pelle è una vasta area che mette in connessione il mondo esterno con quello interiore. L’epidermide cambia da persona a persona, da popolazione a popolazione. Quello che noi vediamo come estetica, ossia una pelli di cromie diverse, rappresenta un processo (o forse Il Processo per eccellenza) di adattamento all’ambiente circostante e di resilienza. Con il colore che cambia, cambia anche la resistenza a una certa intensità di raggi UV o lo spessore. La nostra pelle è quindi l’effetto di un massiccio adattamento biologico, ma allo stesso tempo è causa di comportamenti sociali (pensiamo alla cultura asiatica che tende a conservare il pallore della pelle, ritenendolo degno dei ceti più alti, e che per raggiungere questo scopo si fa spesso scudo con un ombrellino parasole).
FILOSOFIA ESTETICA
Platone ha affermato che l’Idea del Bello ha avuto la possibilità di manifestarsi anche nella dimensione del sensibile attraverso la vista, che per gli Antichi Greci era il più elevato dei sensi. Era proprio quella bellezza affiorante che, secondo il filosofo, riusciva a trascendere la differenza fra l’idea e la sua immagine. Per Gadamer «la bellezza può essere anche percepita come il risplendere di qualcosa di ultraterreno, e tuttavia è presente nel visibile»1. Il make-up smette di essere solo un “trucco”, parola quasi infelice per il vissuto ingannevole che porta con sé, e diventa un mezzo espressivo per portare in superficie ciò che solitamente non ha un veicolo al quale appoggiarsi per farsi trasportare. Il cosmetico è un trattamento trascendente, perché pur “aderendo” alla pelle e appagando quell’oggettività reale e tattile, aggiunge alla personalità un pizzico di sicurezza emotiva che talvolta viene a mancare.
LA BIBBIA DELLA BELLEZZA
Il Manuale Professionale di Cosmetica è un trattato indispensabile per chiunque si occupi di estetica a livello professionale o per le persone che vogliono aggiungere spessore alla loro conoscenza cosmetica. Una vera e propria bibbia di bellezza che raccoglie tutta la scienza dell’estetica, ideale anche per la consultazione.